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coscienza ambientale

Il riciclaggio…e poi? Manca un’educazione al consumo?

23 Giugno 2017 0 commenti Articolo Cultura

Il sistema di gestione dei rifiuti in Italia mostra numeri in crescita costante e rassicurante da diversi anni. Ad oggi, la percentuale di scarti che vanno incontro a processo di recupero, però, non supera il 25% del totale (anche se nel Nord Italia la percentuale sale notevolmente); il processo di smaltimento rifiuti Lecce come a Milano è gestito dalle amministrazioni comunali, secondo un sistema che permette agli enti più vicini al territorio di prendersi carico dello stesso.

Ciò che oggi continua a mancare è, però, una presa di coscienza forte: da un certo punto di vista, non siamo educati al consumo virtuoso e sembra che resti ancora molta strada da fare perché il riciclaggio, da solo, non può bastare.

Il lato oscuro del riciclaggio

Certo, il riciclo di materiale destinato all’inceneritore è parte di un sistema sano e costruttivo ma presenta anche delle falle. Le risorse di seconda generazione non hanno la stessa qualità del primo ciclo produttivo e comportano comunque un costo ambientale di produzione che non può essere ignorato.

I cittadini dimostrano un netto miglioramento della propria consapevolezza sociale e prendono atto dell’importanza della propria condotta in fase di gestione dei rifiuti domestici. Allo stesso modo, però, non fanno in relazione ai consumi: in due parole, sprechiamo troppo.

Un sistema che non premia i meriti

Il sistema fiscale italiano calcola le tasse sui rifiuti in relazione alla metratura delle abitazioni dei cittadini. Non esiste alcun incentivo destinato ai consumatori virtuosi, non sono previste detrazioni per i consumatori che sprecano poco né sovrapprezzi per quelli spreconi. Allo stesso tempo, neppure fare leva sull’aspetto della responsabilità civile sembra generare particolari effetti.

E il vuoto a rendere?

Al contempo, perdono di rilevanza diversi sistemi virtuosi capaci di abbattere gli sprechi. Basti pensare al sistema del recupero dei vuoti, molto in voga fino a qualche anno fa ed oggi quasi del tutto abbandonato. Il vuoto a rendere, applicato in particolare per le bottiglie di vetro, permette di ottenere risorse immediatamente utilizzabili che necessitano del solo processo di lavaggio, al contrario di ciò che accade con la lunga filiera del riciclaggio. Ciò nonostante, il vuoto a rendere non accenna ad essere riportato in auge.

Anche in questo caso sembra che si tratti di un deficit culturale, di una mancanza di consapevolezza e responsabilità che affonda le sue radici in una mancanza di programmazione nelle scuole e da parte dagli enti pubblici e privati che sarebbero chiamati a impartire lezioni di educazione civica.

Tags: consumo, riciclaggio

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