Melodie dal Sud: la cultura musicale del Salento

Visitare il Salento significa anche scoprire e capire la sua cultura, i suoi usi e le sue peculiarità, che lo rendono terra del tutto sui generis, contraddistinta da un codice e da un’identità propri. Prenotato un b&b con piscina Salento, è il momento di approfondirne gli aspetti, cercare di sintonizzarsi con la mentalità del luogo prima di giungervi. Parte integrante della dimensione locale è la musica che la caratterizza, che ne racconta la storia e si fa attrattiva, gioia e momento di ritrovo. In Salento la musica assume un significato particolare, manifesto e narrazione di ciò che fu e di ciò che oggi è, in un continuum sempre nuovo e sempre uguale.

La musica popolare

In Salento, musica popolare è immediato sinonimo di pizzica. I canti popolari del leccese sono passati dall’essere archivio storico a una ri-attualizzazione senza precedenti che ne fa da anni elemento chiave del brand Salento. La pizzica racconta, in modo ludico, le sofferenze che il territorio ha affrontato per secoli sulla propria pelle, marchiata a fuoco dagli stenti, le invasioni turche, la dimenticanza dei governi centrali che facevano della Terra d’Otranto una mera zona di transito. Il ruolo della donna, subordinata al marito e costretta a sottostare alle gerarchie che la concezione patriarcale imponeva, trovò forma di riscatto sociale tramite la pizzica.

Il Tarantismo consisteva in un adorcismo in cui la figura (metaforica) del ragno, che pungeva le giovani nelle piantagioni di tabacco, permetteva alla donna di svincolarsi dalla repressione sociale, liberandosi in danze sensuali ed erotiche. La puntura del ragno non era condanna bensì liberazione; la tarantola non era demone e non veniva scacciato ma accolto nello spirito delle fanciulle che, assecondandone il volere e i ritmi, liberavano le proprie frustrazioni e mortificazioni. Oggi la pizzica ha perso gran parte di quelle significazioni, resta la suggestione, permangono le sonorità forsennate e la travolgente passionalità.

Il reggae

Il Salento si dice essere la Giamaica d’Italia, capitale del rootz e del raggaemuffin. Un legame, quello tra Salento e reggae, che trae le sue origini a metà degli anni ‘90, quando i Sud Sound System, di ritorno da Bologna dove avevano fatto parte del collettivo Isola Posse, esportarono la cultura reggae in loco. Col tempo il legame si è fatto sempre più stringente, band, collettivi e artisti si legarono a quello stile e ne abbracciarono i valori. Ancora oggi, la simbiosi resta indissolubile.

Le commistioni

Dall’incontro tra musica popolare e sonorità reggae nasce il tarantamuffin, un genere che è esclusiva e marchio di fabbrica del Salento. I violini, le fisarmoniche e i tamburelli si intrecciano alle battute del Centro America, dando avvio a un tipo di musica che fa da inno del territorio e che ha in Beddha Carusa, pezzo dei Sud Sound System e dei Mascarimirì (gruppo folk salentino) il proprio manifesto costitutivo.

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