L’Italia ha compiuto passi da gigante in materia di digitalizzazione aziendale e lo ha fatto perché, in un certo senso, è stata obbligata dal lockdown e dall’imposizione di continuare a “vivere” sfruttando i servizi di comunicazione a distanza. I problemi di questa transizione forzata e repentina non sono stati pochi se consideriamo cosa è accaduto al portale dell’istituto di previdenza sociale italiana o all’incremento dei reati cyber che hanno registrato picchi molto allarmanti. Ebbene oggi vorremmo fare il punto della situazione in materia di digitalizzazione in Italia e lo faremo assieme agli esperti di system integrator di una popolare impresa specializzata in soluzioni digitali per aziende.
Pre e post pandemia: cosa è cambiato?
Nessuno di noi poteva immaginare che, in così poco tempo il mondo sarebbe cambiato per sempre. Da prima a dopo la pandemia, dove per dopo intendiamo un processo ancora in corso, le persone, le organizzazioni e il tessuto economico hanno dovuto misurarsi con l’impossibilità di vivere rapporti e transazioni fisiche e con il bisogno di dematerializzarle a distanza.
Quindi siamo passati dal ritenere la transizione digitale come qualcosa che arrivava piano e in modo graduale ai lanci del Metaverso di Zuckerberg, un mondo a realtà virtuale dove viene simulata la vita reale.
La velocità con cui il cambiamento è avvenuto e avviene tutt’ora ha creato un certo sconquasso, spingendo imprenditori e governanti a riconquistare il passo con un certo affanno. Dalle vetrine dei negozi chiusi alla messa in opera dell’eCommerce il passaggio non è così facile da compiere, soprattutto per chi ha lavorato per una vita intera nello stesso modo.
Difficoltà e disagi
Dagli insegnanti verso il pensionamento alle prese con Classroom agli addetti INPS terrorizzati dallo Spid e dalla digitalizzazione degli appuntamenti in sede il passaggio è stato certamente traumatico. Il motivo risiede nella mancata alfabetizzazione digitale che ha messo in mano alle persone degli strumenti che non erano in grado di gestire.
Pertanto per le aziende meno al passo con i tempi si è trattato di un passaggio drastico e quasi forzato con il quale oggi si trovano a fare i conti e che mai si sarebbero aspettate. Se prima vi erano resistenze e alternative oggi non è più così perché il mancato passaggio alla digitalizzazione aziendale e istituzionale diventa, di fatto, motivo di esclusione sociale ed economica.
Tuttavia è indubbio che tali cambiamenti non siano per forza e solamente uno svantaggio perché dobbiamo anche considerare gli aspetti positivi che ne derivano. Tra questi basti pensare a come sia stato possibile far continuare la vita economica e sociale del Paese attraverso una connessione di rete e un device.
Cosa c’è ancora da fare?
Il passaggio non potrà mai dirsi compiuto finché ci saranno persone che per categoria sociale o economia verranno escluse. Quindi ciò che aziende, organizzazioni e istituzioni devono fare è mettere a disposizione rete di condivisione, formazione e sensibilizzazione delle persone affinché tutti siano uguali dinanzi alla transizione digitale. Si tratta di un obiettivo certamente ambizioso ma non così impossibile.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.